Sabato 25 ottobre alle ore 16.00 Bonobolabo presenta la mostra fotografica personale di Filippo Bongiovanni, curata dall’artista stesso. La mostra presenta una selezione di fotografie 70×100 stampate su tela di proprietà dell’artista. Molti scatti sono stati creati appositamente per questo progetto. Tutto è iniziato con una richiesta di lavoro che consisteva nel decorare in un appartamento il locale cucina. “Datele cinque ore di vita di più”.
Mentre Filippo scatta e cerca di creare, osserva e nota lo spreco, pensa all’importanza del cibo come bisogno umano, al sentire la fame, alla povertà e in contrapposizione al consumismo smodato legato all’atto del cibarsi. Per lui il cibo ha un valore inestimabile, in quanto elemento di sopravvivenza, di vita e di cultura; ma il benessere consumistico lo ha reso un oggetto, importante ma senza valore. Tutto questo suo pensare è diventato colore, ed i colori sono diventati l’espressione visiva di un fabbisogno umano. Esprimere l’arte e la fantasia nel loro essere necessarie. Lui vuole condividere questo suo flash con altri occhi e con altri pensieri. Con Voi.
Datele cinque ore di vita di più
Inaugurazione 25 ottobre ore 16,00
La mostra si potrà ammirare nei giorni dal mercoledì al sabato 16.00-19.30 e terminerà venerdì 7 novembre
La mostra è a ingresso libero.
Bio
Filippo Bongiovanni, in arte Benjo nasce a Torino, in un taxi sull’onda del ‘69. Da sempre avverte un feeling con la fotografia che gli permette di rendere immortali gli attimi.
Benjo è una realtà emergente dal bisogno di creare, di dare espressione ed immortalità all’attimo esplosi dalla necessità di contrapposizione delle nuove generazioni alla grigia realtà postmodernista e industriale Torinese. Grigia ed omologata.
Formatosi seguendo ed immortalando band appartenenti alla scena punk hard core di Torino e nord Italia e seguendo il dinamismo dei contest skaters, mostre, esposizioni, moda e tutto ciò che immagine.
E’ inutile raccontare la vita di un artista prima che divenga famoso questo non è mai interessato a nessuno e a nessuno importa della vita di qualcuno se questa in qualche modo, per svariate ragioni non è passata alla storia, se non ha lasciato un segno. e le storie di vita non lasciano alcun segno, se non portano con se’ dell’arte qualsiasi essa sia.
Benjo non fa foto qualsiasi persona ora è dotata di strumenti che possono creare ciò che non c’è benjo fa arte. non si preoccupa di limare la sua presenza in pubblico né di spiegare alle persone per quale motivo ami fare il fotografo. sono cose superflue. sono cose che non gli interessano. lui vuole la carne, vuole il colore o la sua totale assenza. lui vuole l’essenza, vuole intrappolare tra le sue mani un istante fatto di dettagli che solo lui può vedere. un istante che custodirà gelosamente, sino a che non sarà così evidente che un non vedente, toccando la foto, possa ritrovarsi in quello stesso posto, sentire gli stessi profumi, provare la stessa angoscia, gioia, la stessa rabbia, lo stesso sgomento.
Benjo vuole il sesso, vuole lo spasmo, vuole odore di sudore, vuole le mani sporche di dolore, vuole l’incertezza, la calma, l’apatia, vuole il sapore. Tutto ciò che si vede ma non si sente, per lui, non ha importanza.